lunedì 9 luglio 2012

Come fare

 
Quando si affronta l'autoproduzione di un pezzo conviene andarsi a vedere cosa hanno fatto gli altri e capire come e perché. A dire il vero il mondo dei componenti e accessori per moto pur essendo prolifico concede ancora tanto spazio per chi ha estro e lungimiranza.
Noi ci limiteremo a produrre prima di tutto quel che ci piace; ci sarà la qualità dell'idea, del materiale e del metodo produttivo, e siccome non ci interessa produrre 1000 repliche, ci concentreremo su una serie limitata e ragionata di pezzi, che di limitato avrà solo il numero di repliche.
Se avete pazienza vi spiego come mi piace lavorare e che strumenti uso. Sono un modellista (proffffessssssionista) da un decennio ormai, e mi sono occupato più o meno di tutto sperimentando trasversalmente in quei mondi che sono architettura, arte e design.  
Mi guadagno da vivere in questo modo anche oggi, pertanto a un certo punto della mia carriera mi è venuta voglia di lavorare bene. E poiché ho capito presto che non potevo fare tutto da solo, mi sono trovato un socio affidabile, che è anche la mia compagna. L'ambizione c'era ma mancavano i mezzi.  Perciò all'inizio è stata veramente dura. Ma avevamo le idee chiare, non ci spaventava fatica e rinunce, moto comprese. Perciò, risparmiando su tutto e impegnando ogni cosa, ci siamo comprati le macchine per impostare il lavoro in modo nuovo ed efficace, ovvero un laser e una fresa.

Lavoreremo con questi utensili evoluti, sistematicamente, perché ho capito che in molti casi, anche se non le possono sostituirle,  fanno un lavoro più preciso e più pulito delle mani. In una parola offrono uno standard e una replicabilità su cui altrimenti non potremmo contare. Quelli che non comprendono il disegno digitale e inorridiscono per lo "sviluppo a video" di un progetto, possono passare al blog successivo. Noi useremo un file tutte le volte che sarà utile farlo.

La modellazione in generale limita il disegno e lo costringe. Ma io ci ho lavorato parecchio sui file, e ho scoperto che le idee buone si conservano e in certi casi si realizzano meglio. Si può modellare con il software che volete; un modo per convertire i file si trova sempre.


Io ho scelto una via di mezzo tra precisione e versatilità, considerando che 1 mm di tolleranza, salvo pezzi di precisione, va bene per la maggior parte delle cose che faremo.
Forse per qualcuno non è ancora chiaro dove voglio andare a parare. Ma mi conforta il fatto che un po' alla volta, con l'aiuto di immagini e video, i contenuti vi giungeranno, e qualcuno di voi magari comincerà ad essere propositivo. 

Tra laser e fresa sono sicuro che ci divertiremo. Non potete immaginare quanta soddisfazione può dare andarsene in giro con un pezzo autorevole costruito apposta per il nostro ferro. Presto vedremo cosa si può fare con questi "attrezzi" e cosa no.  L'importante è aver ben chiara l'idea di base, che passa necessariamente per un buon disegno. Poi si studia come aggredire il materiale per fargli quello che deve fare.  Scopriremo insieme che ci sono materiali più facili da gestire, che spesso conviene farne lavorare due insieme, che la saldatura non risolve ogni cosa.


E non dobbiamo farci spaventare dalle cosiddette immatricolazioni, ne esagerare con le soluzioni sperimentali.  Prima di tutto esiste una normativa, che specifica cosa potete e cosa non potete montare sulla vostra moto, e sebbene ho la certezza che regolarmente ve ne infischiate, vi invito a ragionare solo esclusivamente su quei progetti che non alterano l'assetto, la sezione, la lunghezza, i db ecc indicati nel libretto della vostro ferro.
Però vi invito anche ad essere coerenti con le vostre proposte. Se salta fuori che c'è un modo
migliore per sistemare una freccia, ed è anche bello, allora lo realizziamo. E se possiamo ci organizziamo per trasformarlo in una forma regolamentare, o almeno ci informiamo.
Affrontiamo la materia da tutti i punti di vista, e non facciamoci limitare dai cataloghi o dai manuali di manutenzione.  Possiamo fare qualsiasi cosa, e possiamo farla bene.

* * *
 
Io mi voglio concentrare su tre o quattro idee, e le voglio sviluppare per bene, con o senza il vostro contributo. Voglio metterle sulle moto dei miei amici e fargli girare la provincia, raccogliere opinioni. Voglio organizzarmi una bancarella e farmi qualche raduno.
Raccogliere consenso o disprezzo. Staremo a vedere. Intanto si imposta il lavoro, si fanno andare le macchine, e si sta concentrati sul senso di certi oggetti magici, spesso datati,
che girano allegramente su una gran quantità di harley. E chiediamoci
perché piacciono, perchè funzionano, perchè li desideriamo, li riconosciamo.
Lasciamo perdere il cupolino all'ultimo grido e interroghiamoci sull'essenza del'andare
forte, o dell'andare raccolti, o dell'andare felici. Fanculo il marketing e l'adattabilità a tutti i modelli. Fanculo veramente. Facciamo una scocca sottile e cattiva bella come non si è mai vista, e che monta solo sullo sportster del 92. Quanto pensate che costi un pezzo così? Che valore gli date?Chi ha già pronto il disegno, chi sa come fissarlo? Fatevi avanti, fatemi vedere. Se è bello vi frego immediatamente l'idea. 

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Sono stufo di vedere gente che ripiega sul modello più nuovo perchè la sua amata lo ha lasciato a piedi un'altra volta. Una moto e la mia sega circolare, dal punto di vista della manutenzione non sono diversi. Capita che la lama si rompa o che si brucia un contatto. Capita e ricapita, specie se la uso regolarmente. E anche se non la tocco per sei mesi.
E allora? Allora si ripara. Perché una moto è fatta di tanti pezzi, è una unità complessa soggetta all'usura del tempo e anche alla nostra incompetenza. 
Imparate a farvi la manutenzione da soli, imparate più che potete, e non fatevi soggiogare dal dealer di turno. Andate da un meccanico bravo, spazzategli il laboratorio, ma convincetelo a spiegarvi come si regola la frizione, convincetelo a farvi vedere come si fa.
E se avete una moto a carburatore tenetevela. Curatela e tenetevela. E' il migliore investimento  che potete fare per affrontare la crisi. Riducete le spese manutenzionandovela da voi. Mandate a memoria le misure in pollici, fatevi una cultura sulla regolazione delle punterie, anche se sono autoregolanti. Diventate competenti in qualche cosa, e poi venite a parlarcene. Ci sarà un modo per ricambiare, un tradizionalissimo e sano baratto di idee e competenze,  in onestà e amicizia. Potremmo accordarci, fare le cose insieme, senza tirare fuori il portafoglio, come fa qualcuno, che conosco io, che paga il meccanico per farsi riparare il pulsante incantato dello "start", e rinuncia tranquillamente a uno dei quattro giri che può permettersi in un anno.   


Sulla mia sportster del 1992 ci sono circa 12 metri di collegamenti elettrici. Sulla Aermacchi di mio padre del 1972 i metri sono 6. Sulla sportster custom del 2007 (con gli iniettori si) sono fascettati 24 metri. 




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