giovedì 25 luglio 2013



COBHAM SILVER POT 25


E maledettamente difficile selezionare le cose buone. Occorre una certa dose di coraggio e una inossidabile intuizione. Una sessione a video si porta via quattro ore di concentrazione. Evito sistematicamente un giudizio a caldo sui nuovi lavori. Lascio passare una settimana buona, e riesamino il lavoro solo a mente fredda.
A quel punto bastano pochi secondi per capire se il lavoro è valido o occorre un rimaneggiamento.

E poi c'è comunque la sorpresa del pezzo che esce dalla fresa. A video certe cose non si possono prevedere e una certa proporzione, l'energia prospettica delle forme, salta fuori solo quando si osserva il master.
Esiste anche l'effetto "affiliazione", che consiste nell'innamorarsi delle cose a cui si lavora con fatica. E' difficile essere critico diffidente quando hai lavorato una settimana intera a una padella, e c'è l'hai li appena montata, e ti chiedi se è bella veramente. Come può essere altrimenti.

Ammetto che una parte considerevole del lavoro è stata convincermi che le cose buone si possono fare.
E ci sono voluti un paio d'anni abbondanti per entrare in  questo "Stato di grazia". Perciò adesso lavoro sereno, e con un buon ritmo. Nonostante il caldo milanese.

Produrremo per settembre quattro padelle, e tutte avranno un codice dentificativo del tipo:

COBHAM SILVER  POT  25 

dove "Cobham" è il nome del modello, "silver" indica la finitura, "pot" sta per padella e 25 identifica la forcella su cui monta. Tutto chiaro.
Esistono tre famiglie di forcelle in casa Harley (escludendo per ora la forca springer), stretta, media e larga.
Saranno quindi tre le misure delle padelle da produrre, per altrettanti modelli e almeno tre finiture.
A fare due conti vengono fuori 27 articoli del tipo: GILMOUR BRASS POT 19,  METHENY  COPPER POT  22 ecc ecc.
E come avrete notato non abbiamo scelto nomi di fantasia.


giovedì 18 luglio 2013

WOB 18/07


Dare i nomi alle cose. Lo facciamo continuamente, ci da coraggio, ci tiene collegati. Alcune cose sembra che bisogna tirarle fuori con le pinze. Invece poi saltano fuori da sole, anzi stavano in tasca.
Credo perché ne abbiamo parlato, continuamente, e abbiamo tartassato i nostri amici. Ultimamente siamo quelli che parlano.

E in questo blog,  infondo, facciamo la stessa cosa. Siamo sempre li, dentro al solco, e non cambiamo mai il disco. Abbiamo messo i nostri apparecchi dappertutto. ce li abbiamo sempre davanti agli occhi. A volte disturbano il lavoro quotidiano. A volte ci ripetiamo, lo facciamo anche apposta. Perchè tiene accellerato il motore.

Intanto ci stiamo guardando intorno. Le cose sembra che si muovano, specie quelle con due ruote (e un motore). Ci stiamo movimentando su più fronti, ma tutti collegati. Siamo anche fortunati, il lavoro "normale" è normale. E c'è un pò di tempo anche per sgusciare una nuova padella, anzi un padellone.

Senza neanche volerlo le "cose motorizzate" si avvicinano a noi. E tutto "ruota" intorno. Il il caffè della mattina è inevitabilmente "racer".   E c'è un pò di "bobber" anche nella linea del barbeque.

Intanto il mio serbatoio subisce un'altra mano di verde smeraldo (il verde mela è due stati sotto ormai). E so che Ciro (sensibile osservatore)  approverà con rinnovato entusiasmo.