martedì 24 luglio 2012

Seghiamola tutta

Seghiamola tutta.

Adesso riprendetevi un poco, dopo l'ultima scorribanda. Vi ho visto bastardi, con gli scarichi sfondati in provinciale a 130 orari sulle strisce. Criminali con lo stage II, a bordo di quei ferri mal frenati e fumosi, vi ho visto con la lingua di fuori sui tornanti, appesi a manubri improbabili, in trance , rischiando il collo regolarmente, passo dopo passo. Vi siete divertiti? Vi siete sfogati?

Dunque facciamo il punto della situazione. Come dire vediamo chi ha perso meno pezzi.
Quattro, tre, uno? Complimenti, neanche uno. Mica male, nemmeno una rondella, un gommino, un catarifrangente. Dobbiamo rallegrarci, questa settimana c'è poco da fare.
Allora parliamo dei progetti lontani. Di quelli tosti, che sono cominciati da un pezzo, ed è tutto un pensare e un ripensare. Si, perché i progetti cambiano se le persone cambiano, e non dobbiamo meravigliarci se una volta guardavamo solo i mezzi manubri e ora monteremo un sedicipollici.   
E allora il nostro progettone maledettochenonsocomecominciare, che prende polvere, ormai da due anni, mezzo telaio mezzo motore, o addirittura mezzo pensiero "mi ci vorrebbe un chopperino, magari rigido, magari colorato, estremo, vintage, stretto ecc ecc, giusto per farci un giretto, quando non ho voglia di prendere la....(moto?) ...nuovissima bialbero da 20milaeuroancoradapagare, fiammante bellissima, nemmeno un graffio, appena tagliandata, come sono felice, ci ho già spesso 6 euro di accessori, e via dicendo, finalmente è mia.

Finalmente è mia un casso! Caproni, vi siete fatti infinocchiare per bene. Girate tutti con mezzi che non vi appartengono, non vi somigliano, non gli avete scelti. Vi siete firmati finanziamenti ventennali con interessi da usura. Ve ne andate in giro perfettini come nella pubblicità, cloni omologati, targati e tagliandati. Sorridete coi Rayban in tinta e la giacchetta ufficiale. E alla fine della fine,  come vi sentite la sera quando tornate, la mettete nel garage pianopianosennòsigraffia e la guardate, e la riguardate, la sella, la ruota grossa? Bella eh? Vero che bella? Oh si, è proprio bella, bellissima.

Ma siete delusi! Dite la verità. Siete delusi, un pochino, sotto sotto, non sapete perchè. Ma siete un pò delusi, un pochino, solo un po'. E perchè siete delusi? Rispondetevi da soli.

Lavorare al proprio mezzo non è una cosa da tutti. E un fatto di predisposizione. Conosco motociclisti esperti, o meglio fruitori della motocicletta esperti, che non si sognerebbero nemmeno di regolare la catena da soli.

Ci sono poi quelli combattuti, che le mani ce le mettono sulla moto, e regolarmente fanno un danno. A loro manca qualcosa sulla punta delle dita, si vede da come stringono un dado, dal modo in qui carteggiano un parafango. 

Dettagli...

Ci sono invece quelli la cui moto ringiovanisce più passa il tempo. Lo avete notato?
I dettagli migliorano, le finiture migliorano. In generale sembra che il loro ferro vada indietro
nel tempo. La ruggine sparisce, il minimo diventa autorevole. A volte torniamo a casa, e abbiamo un dettaglio in mente, che ci è piaciuto un sacco, un dettaglio della loro moto.

Io sono stato molto fortunato. A 12 anni mio padre mi teneva con se nella cantina, mentre riparava il fuoribordo del gommone. Mi faceva svitare pulire e riavvitare. Mi insegnava come avere uno "stretto" e un "serrato". Ho imparato tantissimo da lui, che non era meccanico professionista ma di più, appassionato. Con lui ho maturato l'idea pura della qualità, o meglio quell'idea si è impadronita di ogni cosa che facevo.
A un certo punto, non ero più soddisfatto. Avevo bisogno di imparare di più. Certe cose non venivano come volevo, mi mancavano le attrezzature. Mi sentivo bloccato, non facevo più nulla con piacere. Avevo capito che volevo lavorare "meglio", ma non sapevo come fare. 
E poi dalle mie parti le harley erano rare. Le guardavi come si guarda un alieno. E averne una era semplicemente impossibile. Per anni ho semplicemente sognato, una, centomila moto, tutte diverse. Non avevo una cultura a disposizione, ne amici con cui scambiare un opinione. Sono venuto su motociclista senza moto, una passione paradossale. Sentivo che prima o poi sarei esploso.

Le cose un po' per fortuna, un po' per scelta cambiano. Ed io mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto. Non me ne sono nemmeno accorto ma dopo qualche anno (non facile)  avevo comunque messo su un piccolo spazio attrezzato bene nel quale potevo fare (quasi) qualsiasi cosa.
Allora mi sono messo al lavoro. Mi sono comprato la moto che volevo. Mi sono fatto degli amici in tema, e ho ripreso a fare chilometri. Adesso vado in moto anche per comprare il pane. E sono collegato, mi spulcio certi siti interessanti. Osservo come lavorano quelli bravi.
E qui intorno, anche senza cambiare bandiera, c'è un gran movimento. Ve ne siete accorti? Questa crisi del casso non li ha fermati.
C'è un fermento tutto italiano, che sta venendo su, con progetti sostanziosi. Molti ci stanno mettendo il culo, rischiando tutto pur di restare in questo giro. Anche qui parliamo della stessa cosa. Alcuni la sentono, al di la delle competenze professionali, si sente che è ora di darsi una mossa, di fare di più e meglio.
Anche perchè le cose stanno cambiando, che ci piaccia o no, anche il mondo del lavoro è cambiato, e bisogna riadattare (o rivoluzionare) la propria formula lavorativa.

Molti hanno capito questa cosa subito, altri stanno recuperando un attimo di smarrimento.
Chi oggi, che come me si è svegliato tardi deve faticare anche di più, e si trova svantaggiato. Alcuni non cambieranno e saranno assorbiti dal nulla delle cose che non funzionano, perchè non hanno anima. Questo succede continuamente.Fa parte del gioco.

Io lo considero una specie di corto circuito mentale, piuttosto diffuso. Mi fa incazzare ogni volta che vedo qualcuno bloccato davanti al proprio ferro, nuovo di pacca, e quindi intoccabile.
Voi lo vivete o no questo corto circuito. Avete o no una moto nuova o seminuova sulla quale 
è impensabile intervenire seriamente sul telaio? Siete o non siete tra quelli che hanno investito
un plurimigliaio di euro in accessori e ancora non siete soddisfatti? 

Parliamoci chiaro. Se non ve ne frega un acca di mettere le mani seriamente sul mezzo, se pensate che non è per tutti segare e risegare una moto, allora avete sbagliato blog. 
Ma se siete tra quelli che ritornano la sera dal lavoro e fanno un salto in cantina, o nel box
(beato chi c'è l'ha il box), giusto per vedere che tutto è apposto, niente perdite, niente trafilaggi,
e visto che ci sono me la guardo un attimo, solo un attimo, e sarebbe bello montare la gommazza da 200, e i doppi freni, e altre cose (perdippiù illegali), e dopo un'ora vi vengono a cercare mamme, fidanzate, mogli ecc ecc, allora forse possiamo parlarne.

Forse non siete preparatori mancati, e forse non siete meccanici visionari, ma le mani vi prudono sempre, ogni volta che ci fate un giro, e anche quando non lo fate, la testa vi gira sempre intorno a una nuova follia di metallo .
Forse vi siete sfogliati l'ultimo numero della rivista preferita, o avete aperto per la 101esima
volta il vostro catalogo preferito, e di nuovo siete stati folgorati dalla divina febbre customizzante. E forse le mani ve le siete sporcate parecchie volte per convertire lo standard in qualcosa di personale. E con soddisfazione certe volte, delusione altre.

Perchè la faccenda è tutta qui. E' solo questione di carattere e di desideri. E voi avete grossi desideri. Il guaio semmai è quando qualcuno da fuori vuole sostituire i vostri desideri con i suoi. Le case motociclistiche fanno questo, anche l'harley, con ottimi argomenti, ma lo fa anche lei sistematicamente. Si arriva a un punto in cui non vi basta più, avete tutto quello che volete e non ci vi basta ancora.  Vero? E questo succede perchè avete perso di vista un'idea sincera e personalissima: la "vostra" idea di motocicletta. E' vi siete lasciati convincere che c'èra un'idea più buona della vostra (quasi sempre più costosa) e ve la siete portata a casa. Ma non era la vostra. Ecco perchè siete dei caproni. Caproni!
Con me la gamma 2012 (e anche quella 2011, e pure quella 2010 ecc ecc)  ha fallito miseramente.
Mi piacciono i ferri (moderatamente) datati e sono fuori percentile, cioè su nessuno dei modelli "big block " recenti mi sento abbastanza a mio agio. Questione di proporzioni, o forse solo di sensazioni. Le "piccole" di casa Harley mi lasciano ancora più perplesso. Si vedono fili e filacci ovunque, mal celati o non celati affatto. Certa plastica poi, tra coperchi e supportini,
mi piace anche meno. 

* * *




Ho lavorato parecchio su certe misure tipo sella pedane, sella manubrio, alla ricerca di due obbiettivi primari: stare "giusto" sulla moto quando vado, e stare "bene" quando la guardo.
Sembra impossibile trovare soluzioni di compromesso. O tutto avanti o tutto dietro.
Alla fine ho dovuto improvvisare e farmi in casa quello che non si trovava sui cataloghi.

Tutto questo per dire che stare giusto su una moto non è una cosa scontata. Ne vedo parecchi di biker seduti "strani" su moto troppo lunghe o troppo basse, o troppo pesanti.  Lo vedi subito che qualcosa non va,  lo avete notato? Sembrano passeggeri piuttosto che piloti.
E io non ho voglia di parlare di cose  passeggere. Anche la gamma 2013 sarà passeggera.
Avrete notato come certi modelli stanno sul mercato uno due anni e poi spariscono. Una volta non succedeva, i modelli erano pochi e tutti tremendamente pensati e cazzuti.
La cosa mi puzza parecchio. Vuoi vedere che anche in casa harley sono un po' confusi ultimamente? Non sarà meglio aspettare un pochino prima di fare una nuova scelta definitiva?

Intanto resto in attesa di vedere un modello con meno fili in giro, con meno sezione e più carattere, meno tagliandi e più manutenzione personale. C' è differenza tra una moto e un ascensore. Il mio amico Ciro deve averlo capito.
E come sta facendo lui, lentamente e faticosamente, mi aspetto di vedervi finalmente fare delle scelte, qualunque esse siano.
Dobbiamo lavorare sul ferro perchè diventi nostro veramente. Non so cosa dovete fare, ma è meglio cominciare a fare. Prima di tutto cercate di capire se dovete cambiare moto o se la base vi sta veramente bene.
Non è questione di carburatore o di iniezione. La faccenda è molto più profonda. Ho paura che dovrete sfogliare sempre meno i cataloghi e trafficare con gli attrezzi sempre più.
E smettetela di farvi consigliare, e di subire i fascinamenti provvisori. Formatevi la vostra idea, mettetela in pratica, cominciando anche dalle piccole cose. Servirà solo a voi, sebbene gli altri vorranno commentare.



Cominciate dalla sella, per esempio. Non vi piace? Non vi piacciono quelle che si vedono in giro? Bene, allora segatela, usatela come base per arrivare a quello che volete.
Mi direte che è quella originale, che è un peccato rovinarla. Che costa un botto, e che c'è su
il nome del modello. E chi se ne frega.




Un controllo della forma.
 
Io le sego tutte le selle originali, senza pietà, sono tutte irragionevolmente brutte. Cazzo lo fanno apposta, così è sicuro che viene voglia di cambiarle. E infatti hanno pronte tutte le versioni belle, basse , filanti, sagomate, marchiate, e sicuramente costose.
Invece vi costerà solo un po' di sudore farvene una su misura per voi. E vi svincolerete da qualsiasi pre concetto. Perchè dovrete anche improvvisare, ragionare per conto vostro, sulla materia e sulla forma. Io taglio un po' e un po' verifico. Ci metto su la pelle originale per verificare il risultato (vedi foto), che poi sostituirò, ma se volete potete recuperare anche quella. Vi avevo detto che sarebbe arrivato il momento di cucire? Farete come il cow boy di "Winchester"? Cucita a mano, come una volta? Occhio però, le cuciture storte e le grinze si vedono un sacco. Io uso una macchina da cucire semiprofessionale, aghi e filo robusti.
Dovrete trafficare un pò prima di trovare soddisfazione.  

Stasera ci mettiamo sul rivestimento seriamente. Si tratta di recuperare esattamente lo sviluppo del tessuto, per ottenere una copertura che abbraccia bene la gomma. Ci ho messo un pò per capire come fare bene questa parte del lavoro (importantissima). E sono passato anche io per situazioni in cui speravo di recuperare un tessuto faticosamente cucito, tirando
allo spasimo, un po' di quà, un po' di là. Su internet trovate una marea di consigli per fare un lavoro così, così. Ma se siete ambiziosi è volete una sella fatta bene dovrete faticare parecchio. Prima di smontare tutto guardatevi come le  aziende fissano il tessuto. Va su da solo, senza tirare da nessuna parte. Dovete arrivare a questo, e non è facile, a meno che si decida di realizzare una di quelle lingue ultrapiatte che si vendono di questi tempi. C'è ne in giro un sacco, ma solo perchè facile produrle, e la gente sembra apprezzare. Ma dopo i primi 100 km hai il sedere massacrato. Fate pure. A me dello stile puro e scomodo menefregaunazzo! 

Dicevamo che recuperare le sagome direttamente dalla gomma che avete segato è un lavoro da fare con calma. Utilizzate scotch di carta e la pellicola trasparente per conservare i cibi. Ricoprite tutta la gomma per bene e segnate i "teorici", ovvero le curve dove passeranno le cuciture. Non fate l'errore di quelli che lavorano nei centro stile coreani, che raggiano e raggiano alla ricerca della forma più brutta. I teorici sono tutto, senza di quelli non esiste la forma, manca la linea che ti fa percepire il volume. Usate istinto e proporzione, oppure no.
Siate liberi, seguite le vostre idee.


La scansione delle dime per il taglio laser.

Una volta in possesso delle dime ben tagliate scansionatele e recuperate il contorno vettoriale. Io mi sono portato a casa un laser e quindi taglio tutto con quello. Ma anche delle forbici vanno bene. E poi siate furbi, un sellino è un oggetto simmetrico, recuperate le curve di un lato e tagliate le altre in modo speculare. Farete un lavoro più preciso.


Il vecchio tessuto messo su alla buona per una verifica.

Prima di lanciarvi nella cucitura definitiva, fate una prova con un pezzo di tessuto imbastito alla buona. Mettetelo su ed eventualmente fate quelle correzioni necessarie per ottenere una copertura più precisa.
Adesso potete scegliere il tessuto definitivo. Io ne ho provati parecchi. Deve essere buono,
sufficientemente spesso, elastico e resistente, altrimenti le cuciture tagliano il tessuto. E deve essere idrorepellente, quindi niente mucca, cavallino o peluche. La pelle sintetica è la migliore, perciò giratevi i negozi di tessuti, o acquistate su internet se siete sicuri del prodotto (meglio però toccare con mano però). E perchè no, sperimentate, riciclate, recuperate quello che vi pare. Io faccio a pezzi borse militari, divani, teloni, recuperando inedite porzioni di tessuto.



Ancora una verifica prima di fissare il tessuto.
 
Birgit ha scelto un tessuto invecchiato scuro e lucente  ma forse un po' sottile. In questo caso con un layer di neoprene da 3 mm ben incollato si raccordano le superfici dell'imbottitura e il rivestimento sottile si appoggia bene senza rivelare gli eventuali piccoli bozzi della gommapiuma. Il vantaggio di lavorare con un file ci permette di ottenere rapidamente una,cento, mille coperture, e intervenire puntualmente solo dove serve. Non dimenticate di avvolgere il fagotto con la pellicola isolante. Usate quella originale, che è elastica e robusta o alla peggio la pellicola per isolare il pollo.



Il fissaggio del tessuto.
  
Per fissare il tessuto usate punti metallici. Procedete con calma tirando i lembi in maniera simmetrica verificando che i punti metallici non sporgano in quei punti in cui si può graffiare il  parafango. Non è detto che vada tutto liscio al primo giro. Se vi sembra che tira troppo o che è lenta da un lato togliete i punti rimetteteli meglio. Alla fine dovrete ottenere un tessuto teso e filante. Le cuciture sono importanti, occorre fare pratica e capire in che ordine eseguirle. Scoprirete col tempo tutta una serie di accorgimenti per andare "dritti sulle curve" e fare tante belle righe rosse e parallele e ordinate. 


Un dettaglio dle lavoro.
 
Ecco il lavoro finito. Avevo dei dubbi sulla "tenuta" di questo tessuto ma ho dovuto ricredermi.
Le righe in rosso disegnano bene la forma ma ci vuole il tocco (di Birgit) per farle così.
Alla fine tutto fila più basso più snello e più cattivo, come volevamo, e anche un pò di più. E se il risultato convince tutti, siamo già impostati per la produzionein piccola serie. Siete avvisati.



La sella finita.


lunedì 9 luglio 2012

Come fare

 
Quando si affronta l'autoproduzione di un pezzo conviene andarsi a vedere cosa hanno fatto gli altri e capire come e perché. A dire il vero il mondo dei componenti e accessori per moto pur essendo prolifico concede ancora tanto spazio per chi ha estro e lungimiranza.
Noi ci limiteremo a produrre prima di tutto quel che ci piace; ci sarà la qualità dell'idea, del materiale e del metodo produttivo, e siccome non ci interessa produrre 1000 repliche, ci concentreremo su una serie limitata e ragionata di pezzi, che di limitato avrà solo il numero di repliche.
Se avete pazienza vi spiego come mi piace lavorare e che strumenti uso. Sono un modellista (proffffessssssionista) da un decennio ormai, e mi sono occupato più o meno di tutto sperimentando trasversalmente in quei mondi che sono architettura, arte e design.  
Mi guadagno da vivere in questo modo anche oggi, pertanto a un certo punto della mia carriera mi è venuta voglia di lavorare bene. E poiché ho capito presto che non potevo fare tutto da solo, mi sono trovato un socio affidabile, che è anche la mia compagna. L'ambizione c'era ma mancavano i mezzi.  Perciò all'inizio è stata veramente dura. Ma avevamo le idee chiare, non ci spaventava fatica e rinunce, moto comprese. Perciò, risparmiando su tutto e impegnando ogni cosa, ci siamo comprati le macchine per impostare il lavoro in modo nuovo ed efficace, ovvero un laser e una fresa.

Lavoreremo con questi utensili evoluti, sistematicamente, perché ho capito che in molti casi, anche se non le possono sostituirle,  fanno un lavoro più preciso e più pulito delle mani. In una parola offrono uno standard e una replicabilità su cui altrimenti non potremmo contare. Quelli che non comprendono il disegno digitale e inorridiscono per lo "sviluppo a video" di un progetto, possono passare al blog successivo. Noi useremo un file tutte le volte che sarà utile farlo.

La modellazione in generale limita il disegno e lo costringe. Ma io ci ho lavorato parecchio sui file, e ho scoperto che le idee buone si conservano e in certi casi si realizzano meglio. Si può modellare con il software che volete; un modo per convertire i file si trova sempre.


Io ho scelto una via di mezzo tra precisione e versatilità, considerando che 1 mm di tolleranza, salvo pezzi di precisione, va bene per la maggior parte delle cose che faremo.
Forse per qualcuno non è ancora chiaro dove voglio andare a parare. Ma mi conforta il fatto che un po' alla volta, con l'aiuto di immagini e video, i contenuti vi giungeranno, e qualcuno di voi magari comincerà ad essere propositivo. 

Tra laser e fresa sono sicuro che ci divertiremo. Non potete immaginare quanta soddisfazione può dare andarsene in giro con un pezzo autorevole costruito apposta per il nostro ferro. Presto vedremo cosa si può fare con questi "attrezzi" e cosa no.  L'importante è aver ben chiara l'idea di base, che passa necessariamente per un buon disegno. Poi si studia come aggredire il materiale per fargli quello che deve fare.  Scopriremo insieme che ci sono materiali più facili da gestire, che spesso conviene farne lavorare due insieme, che la saldatura non risolve ogni cosa.


E non dobbiamo farci spaventare dalle cosiddette immatricolazioni, ne esagerare con le soluzioni sperimentali.  Prima di tutto esiste una normativa, che specifica cosa potete e cosa non potete montare sulla vostra moto, e sebbene ho la certezza che regolarmente ve ne infischiate, vi invito a ragionare solo esclusivamente su quei progetti che non alterano l'assetto, la sezione, la lunghezza, i db ecc indicati nel libretto della vostro ferro.
Però vi invito anche ad essere coerenti con le vostre proposte. Se salta fuori che c'è un modo
migliore per sistemare una freccia, ed è anche bello, allora lo realizziamo. E se possiamo ci organizziamo per trasformarlo in una forma regolamentare, o almeno ci informiamo.
Affrontiamo la materia da tutti i punti di vista, e non facciamoci limitare dai cataloghi o dai manuali di manutenzione.  Possiamo fare qualsiasi cosa, e possiamo farla bene.

* * *
 
Io mi voglio concentrare su tre o quattro idee, e le voglio sviluppare per bene, con o senza il vostro contributo. Voglio metterle sulle moto dei miei amici e fargli girare la provincia, raccogliere opinioni. Voglio organizzarmi una bancarella e farmi qualche raduno.
Raccogliere consenso o disprezzo. Staremo a vedere. Intanto si imposta il lavoro, si fanno andare le macchine, e si sta concentrati sul senso di certi oggetti magici, spesso datati,
che girano allegramente su una gran quantità di harley. E chiediamoci
perché piacciono, perchè funzionano, perchè li desideriamo, li riconosciamo.
Lasciamo perdere il cupolino all'ultimo grido e interroghiamoci sull'essenza del'andare
forte, o dell'andare raccolti, o dell'andare felici. Fanculo il marketing e l'adattabilità a tutti i modelli. Fanculo veramente. Facciamo una scocca sottile e cattiva bella come non si è mai vista, e che monta solo sullo sportster del 92. Quanto pensate che costi un pezzo così? Che valore gli date?Chi ha già pronto il disegno, chi sa come fissarlo? Fatevi avanti, fatemi vedere. Se è bello vi frego immediatamente l'idea. 

* * *


Sono stufo di vedere gente che ripiega sul modello più nuovo perchè la sua amata lo ha lasciato a piedi un'altra volta. Una moto e la mia sega circolare, dal punto di vista della manutenzione non sono diversi. Capita che la lama si rompa o che si brucia un contatto. Capita e ricapita, specie se la uso regolarmente. E anche se non la tocco per sei mesi.
E allora? Allora si ripara. Perché una moto è fatta di tanti pezzi, è una unità complessa soggetta all'usura del tempo e anche alla nostra incompetenza. 
Imparate a farvi la manutenzione da soli, imparate più che potete, e non fatevi soggiogare dal dealer di turno. Andate da un meccanico bravo, spazzategli il laboratorio, ma convincetelo a spiegarvi come si regola la frizione, convincetelo a farvi vedere come si fa.
E se avete una moto a carburatore tenetevela. Curatela e tenetevela. E' il migliore investimento  che potete fare per affrontare la crisi. Riducete le spese manutenzionandovela da voi. Mandate a memoria le misure in pollici, fatevi una cultura sulla regolazione delle punterie, anche se sono autoregolanti. Diventate competenti in qualche cosa, e poi venite a parlarcene. Ci sarà un modo per ricambiare, un tradizionalissimo e sano baratto di idee e competenze,  in onestà e amicizia. Potremmo accordarci, fare le cose insieme, senza tirare fuori il portafoglio, come fa qualcuno, che conosco io, che paga il meccanico per farsi riparare il pulsante incantato dello "start", e rinuncia tranquillamente a uno dei quattro giri che può permettersi in un anno.   


Sulla mia sportster del 1992 ci sono circa 12 metri di collegamenti elettrici. Sulla Aermacchi di mio padre del 1972 i metri sono 6. Sulla sportster custom del 2007 (con gli iniettori si) sono fascettati 24 metri. 




mercoledì 4 luglio 2012

Ho cominciato tardi con le moto


Ho cominciato tardi con le moto, e con un po' di diffidenza. Forse quella brutta caduta, il  recupero doloroso, forse la paura. Ci ho messo parecchio prima di acquistare il Grillo, e non so perché. A 16 anni mi capita tra le mani una copia di "Mototecnica" e leggo d'un fiato un articolo di Carlo De Prato che provava su strada  la softail springer di Carlo Talamo (la sua personale). Da quel giorno mi fu chiaro che non avrei guidato altro che una moto così. Una di quelle e nessun'altra. E non ci ero nemmeno salito sopra. 

Poi due o tre anni dopo, mio cugino (che era più sveglio di me) se ne viene in vacanza sua una sporty bassa e filante e me la fa provare. E quel giorno mi si stampa per sempre nella memoria (e anche nel polpaccio destro).

Forse è successa la stessa cosa a voi. Credo che in qualche modo abbiamo fatto una esperienza del genere. A qualcuno forse è bastata una foto, forse qualcuno harleista ci è nato.  
Devo pensare alle parole di Talamo (che avrei voluto conoscere) e alla questione della fratellanza. Io non lo so, non ho un'opinione. Se qualcuno mi saluta ricambio, anche se arriva sul Garelli. 
Ma ho bisogno di sapere che su certe cose siamo d'accordo. Che quando si parla di certi lavori tutti hanno in testa un riferimento. E il mio riferimento, spero condiviso, è la qualità insita in un progetto, evidente e inopinabile. Se mi fermo sulla linea del peanut , o sui carter di un 1340 ci vedo qualità. Le teste di un iron, il fender di una sturgis, i biscottini del springer parlano tutti lo stesso linguaggio. E portano con se un valore che supera la forma. 
E infatti non basta copiarli per catturarne l'essenza. Ne si può analizzarli per reinventare un mito. La qualità sfugge eppure è presente. E chi la nota risponde a un segnale. Si fa entusiasmare. Perchè in realtà la qualità c'è l'ha dentro anche lui. E chi capisce questa cosa, semplicemente, si fa guidare. 
Ho percorso 15.000 km in 20 anni di cui 12.000 fatti egli ultimi due anni. Sono un motociclista anomalo, smanettone e poco competente, che preferisce sbagliare da solo, pur di non farsi consigliare. Non mi spaventa la meccanica, ne l'elettronica. Purchè riesca a capirci qualche cosa. Rispetto alle idee sono irruento. Sperimento prima di approfondire. E vivo una sorta di  insoddisfazione per il consueto, l'omologato e l'approvato. 
Cerco di mettere insieme un lavoro e una passione. Perchè sono avvantaggiato. Perchè nel mio lavoro produzione e invenzione  si scontrano sempre. E avanza sempre un tubo o un piatto da segare o sagomare. 



E' tempo di recuperare, di guardare avanti e mettersi seriamente a lavorare alle cose belle.  
Al principio i progetti verranno fuori un po' a caso, e li riprenderemo in tempi diversi. Non ho studiato una formula per affrontare un lavoro o spiegare una soluzione. Ci affideremo al caso e alla necessità. 
Werner, ad esempio, che va forte col suo chopper ultimamente ha seri problemi coi moscerini. Ci vorrebbe una soluzione minimale ma efficace per deviare almeno quelli che finiscono in bocca. E su un ferro come il suo non ci puoi piazzare un cupolino qualunque. Bisogna mobilitarsi e trovare un rimedio. Un pezzo così se viene bene e convince tutti (Werner compreso) potrebbe stare anche sul Grillo che ha le stesse piastre, e magari, visto che comunque si passerà per uno stampo, ne faremo qualcuno in più.  





Il sellino nuovo

Perché utilizzo il forex (1). Perché a 70 gradi una lastra da 10 mm comincia a rammollirsi e sagomarsi sotto il culo. E se ti fai un giretto di 10 minuti (specie in questi giorni) puoi stare sicuro che il serbatoio dell'olio fornirà il calore necessario per fare il lavoro che ti serve. 


Sia chiaro, il lavoro duro lo dovete fare voi. Vi tagliate prima la sagoma (abbondante, se mai poi tagliate) con la forma che vi serve e poi con un phoon industriale cominciate a sagomare direttamente sul telaio. Non è un lavoro velocissimo e molto dipende da dove volete arrivare. Sul mio 1200 del 92' è facile perché la zona della sella è abbastanza piana e non ci sono protuberanze o componenti  delicati. Sui modelli recenti il discorso è più complicato. Sui modelli sportster dal 2007 in poi e dotati di iniezione, ad esempio, c'è da lavorare parecchio. Al punto che forse si fa prima a dare via la fiammate "sequential port injection"  e ripensare
alle scelte che avete fatto. Si fa sempre in tempo a guarire, ed io ho mille argomenti  "pro carburatore", e perché. Ne discuteremo. (Ciro, tu ovviamente puoi dire la tua)


Per il fissaggio dovete procurarvi uno spezzone di acciaio (3/4 mm di spessore va bene) e sagomarlo in modo che si fissi nel telaio come la sella originale. Dovete sagomarlo sul davanti e fare un foro dietro per il fissaggio. Predisponete dei fori per i fissaggio alla base di forex. Io ho usato grossi rivetti in acciaio.

    
Per la composizione dell'imbottitura strati di neoprene denso (non quello leggero) vanno bene e si incollano col boss-stiiiik (si quello). Prendetevi il tempo e seguite l'istinto. Una sella è un insieme di curve nello spazio, da armonizzare col resto della moto. Se poi è comoda, fate come me:vantatevene con gli amici! Obbligateli a farsene fare una da voi, aprite un blog, e sognate di produrne 20 al mese e venderle in tutto il mondo.

Una volta fissato il supporto e completata l'imbottitura avvitate tutto al telaio, assicurandovi che non balli o ondeggi. Io ho aggiunto una copertura provvisoria perchè
il neorpene da solo fa grip e vi sentirete incollarti alla sella (che non è un vantaggio, provare per credere).
  

E non fate un giretto dietro casa. Sparatevi almeno 200 km prima di decidere che è perfetta.
Scoprirete che è scarsa dietro o troppo grossa davanti, o tutti e due. Abbiate pazienza, ci metterete le mani più volte prima di trovare la sagoma giusta. 

Ci occuperemo presto della copertura , appena mi verrà in mente quale mettere sul Grillo,
che non è una cosa secondaria. Predisponetevi intanto ad dover impostare un lavoro di cucito.
Se potete procuratevi una macchina da cucire, o costringete vostra madre a darvi una mano se ne ha una. Alla peggio dovrete affidarvi a una sartoria o un sellaio. ma non sarà la stessa cosa. Covincetevi che potete fare qualunque cosa, anche cucirvi la vostra sella da soli. Animo.


 Perché utilizzo il forex (2). Perché non mi va di andare in giro con i 3,4 Kg di una santissima sella in ferro, e il suo contributo di vibrazioni. Il forex smorza benissimo, fa da supporto e da imbottitura. E poi vi permette di arrivare presto a delle forme complesse.
Ci occuperemo presto anche di vetroresina, e potrete fare dei confronti. E poi chi se ne frega.
Non è detto che dovete fare quello che dico io. Io do un suggerimento è se qualcuno ha un'idea
migliore c'è lo venga a raccontare. Questo è il posto giusto.  

* * *