martedì 24 luglio 2012

Seghiamola tutta

Seghiamola tutta.

Adesso riprendetevi un poco, dopo l'ultima scorribanda. Vi ho visto bastardi, con gli scarichi sfondati in provinciale a 130 orari sulle strisce. Criminali con lo stage II, a bordo di quei ferri mal frenati e fumosi, vi ho visto con la lingua di fuori sui tornanti, appesi a manubri improbabili, in trance , rischiando il collo regolarmente, passo dopo passo. Vi siete divertiti? Vi siete sfogati?

Dunque facciamo il punto della situazione. Come dire vediamo chi ha perso meno pezzi.
Quattro, tre, uno? Complimenti, neanche uno. Mica male, nemmeno una rondella, un gommino, un catarifrangente. Dobbiamo rallegrarci, questa settimana c'è poco da fare.
Allora parliamo dei progetti lontani. Di quelli tosti, che sono cominciati da un pezzo, ed è tutto un pensare e un ripensare. Si, perché i progetti cambiano se le persone cambiano, e non dobbiamo meravigliarci se una volta guardavamo solo i mezzi manubri e ora monteremo un sedicipollici.   
E allora il nostro progettone maledettochenonsocomecominciare, che prende polvere, ormai da due anni, mezzo telaio mezzo motore, o addirittura mezzo pensiero "mi ci vorrebbe un chopperino, magari rigido, magari colorato, estremo, vintage, stretto ecc ecc, giusto per farci un giretto, quando non ho voglia di prendere la....(moto?) ...nuovissima bialbero da 20milaeuroancoradapagare, fiammante bellissima, nemmeno un graffio, appena tagliandata, come sono felice, ci ho già spesso 6 euro di accessori, e via dicendo, finalmente è mia.

Finalmente è mia un casso! Caproni, vi siete fatti infinocchiare per bene. Girate tutti con mezzi che non vi appartengono, non vi somigliano, non gli avete scelti. Vi siete firmati finanziamenti ventennali con interessi da usura. Ve ne andate in giro perfettini come nella pubblicità, cloni omologati, targati e tagliandati. Sorridete coi Rayban in tinta e la giacchetta ufficiale. E alla fine della fine,  come vi sentite la sera quando tornate, la mettete nel garage pianopianosennòsigraffia e la guardate, e la riguardate, la sella, la ruota grossa? Bella eh? Vero che bella? Oh si, è proprio bella, bellissima.

Ma siete delusi! Dite la verità. Siete delusi, un pochino, sotto sotto, non sapete perchè. Ma siete un pò delusi, un pochino, solo un po'. E perchè siete delusi? Rispondetevi da soli.

Lavorare al proprio mezzo non è una cosa da tutti. E un fatto di predisposizione. Conosco motociclisti esperti, o meglio fruitori della motocicletta esperti, che non si sognerebbero nemmeno di regolare la catena da soli.

Ci sono poi quelli combattuti, che le mani ce le mettono sulla moto, e regolarmente fanno un danno. A loro manca qualcosa sulla punta delle dita, si vede da come stringono un dado, dal modo in qui carteggiano un parafango. 

Dettagli...

Ci sono invece quelli la cui moto ringiovanisce più passa il tempo. Lo avete notato?
I dettagli migliorano, le finiture migliorano. In generale sembra che il loro ferro vada indietro
nel tempo. La ruggine sparisce, il minimo diventa autorevole. A volte torniamo a casa, e abbiamo un dettaglio in mente, che ci è piaciuto un sacco, un dettaglio della loro moto.

Io sono stato molto fortunato. A 12 anni mio padre mi teneva con se nella cantina, mentre riparava il fuoribordo del gommone. Mi faceva svitare pulire e riavvitare. Mi insegnava come avere uno "stretto" e un "serrato". Ho imparato tantissimo da lui, che non era meccanico professionista ma di più, appassionato. Con lui ho maturato l'idea pura della qualità, o meglio quell'idea si è impadronita di ogni cosa che facevo.
A un certo punto, non ero più soddisfatto. Avevo bisogno di imparare di più. Certe cose non venivano come volevo, mi mancavano le attrezzature. Mi sentivo bloccato, non facevo più nulla con piacere. Avevo capito che volevo lavorare "meglio", ma non sapevo come fare. 
E poi dalle mie parti le harley erano rare. Le guardavi come si guarda un alieno. E averne una era semplicemente impossibile. Per anni ho semplicemente sognato, una, centomila moto, tutte diverse. Non avevo una cultura a disposizione, ne amici con cui scambiare un opinione. Sono venuto su motociclista senza moto, una passione paradossale. Sentivo che prima o poi sarei esploso.

Le cose un po' per fortuna, un po' per scelta cambiano. Ed io mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto. Non me ne sono nemmeno accorto ma dopo qualche anno (non facile)  avevo comunque messo su un piccolo spazio attrezzato bene nel quale potevo fare (quasi) qualsiasi cosa.
Allora mi sono messo al lavoro. Mi sono comprato la moto che volevo. Mi sono fatto degli amici in tema, e ho ripreso a fare chilometri. Adesso vado in moto anche per comprare il pane. E sono collegato, mi spulcio certi siti interessanti. Osservo come lavorano quelli bravi.
E qui intorno, anche senza cambiare bandiera, c'è un gran movimento. Ve ne siete accorti? Questa crisi del casso non li ha fermati.
C'è un fermento tutto italiano, che sta venendo su, con progetti sostanziosi. Molti ci stanno mettendo il culo, rischiando tutto pur di restare in questo giro. Anche qui parliamo della stessa cosa. Alcuni la sentono, al di la delle competenze professionali, si sente che è ora di darsi una mossa, di fare di più e meglio.
Anche perchè le cose stanno cambiando, che ci piaccia o no, anche il mondo del lavoro è cambiato, e bisogna riadattare (o rivoluzionare) la propria formula lavorativa.

Molti hanno capito questa cosa subito, altri stanno recuperando un attimo di smarrimento.
Chi oggi, che come me si è svegliato tardi deve faticare anche di più, e si trova svantaggiato. Alcuni non cambieranno e saranno assorbiti dal nulla delle cose che non funzionano, perchè non hanno anima. Questo succede continuamente.Fa parte del gioco.

Io lo considero una specie di corto circuito mentale, piuttosto diffuso. Mi fa incazzare ogni volta che vedo qualcuno bloccato davanti al proprio ferro, nuovo di pacca, e quindi intoccabile.
Voi lo vivete o no questo corto circuito. Avete o no una moto nuova o seminuova sulla quale 
è impensabile intervenire seriamente sul telaio? Siete o non siete tra quelli che hanno investito
un plurimigliaio di euro in accessori e ancora non siete soddisfatti? 

Parliamoci chiaro. Se non ve ne frega un acca di mettere le mani seriamente sul mezzo, se pensate che non è per tutti segare e risegare una moto, allora avete sbagliato blog. 
Ma se siete tra quelli che ritornano la sera dal lavoro e fanno un salto in cantina, o nel box
(beato chi c'è l'ha il box), giusto per vedere che tutto è apposto, niente perdite, niente trafilaggi,
e visto che ci sono me la guardo un attimo, solo un attimo, e sarebbe bello montare la gommazza da 200, e i doppi freni, e altre cose (perdippiù illegali), e dopo un'ora vi vengono a cercare mamme, fidanzate, mogli ecc ecc, allora forse possiamo parlarne.

Forse non siete preparatori mancati, e forse non siete meccanici visionari, ma le mani vi prudono sempre, ogni volta che ci fate un giro, e anche quando non lo fate, la testa vi gira sempre intorno a una nuova follia di metallo .
Forse vi siete sfogliati l'ultimo numero della rivista preferita, o avete aperto per la 101esima
volta il vostro catalogo preferito, e di nuovo siete stati folgorati dalla divina febbre customizzante. E forse le mani ve le siete sporcate parecchie volte per convertire lo standard in qualcosa di personale. E con soddisfazione certe volte, delusione altre.

Perchè la faccenda è tutta qui. E' solo questione di carattere e di desideri. E voi avete grossi desideri. Il guaio semmai è quando qualcuno da fuori vuole sostituire i vostri desideri con i suoi. Le case motociclistiche fanno questo, anche l'harley, con ottimi argomenti, ma lo fa anche lei sistematicamente. Si arriva a un punto in cui non vi basta più, avete tutto quello che volete e non ci vi basta ancora.  Vero? E questo succede perchè avete perso di vista un'idea sincera e personalissima: la "vostra" idea di motocicletta. E' vi siete lasciati convincere che c'èra un'idea più buona della vostra (quasi sempre più costosa) e ve la siete portata a casa. Ma non era la vostra. Ecco perchè siete dei caproni. Caproni!
Con me la gamma 2012 (e anche quella 2011, e pure quella 2010 ecc ecc)  ha fallito miseramente.
Mi piacciono i ferri (moderatamente) datati e sono fuori percentile, cioè su nessuno dei modelli "big block " recenti mi sento abbastanza a mio agio. Questione di proporzioni, o forse solo di sensazioni. Le "piccole" di casa Harley mi lasciano ancora più perplesso. Si vedono fili e filacci ovunque, mal celati o non celati affatto. Certa plastica poi, tra coperchi e supportini,
mi piace anche meno. 

* * *




Ho lavorato parecchio su certe misure tipo sella pedane, sella manubrio, alla ricerca di due obbiettivi primari: stare "giusto" sulla moto quando vado, e stare "bene" quando la guardo.
Sembra impossibile trovare soluzioni di compromesso. O tutto avanti o tutto dietro.
Alla fine ho dovuto improvvisare e farmi in casa quello che non si trovava sui cataloghi.

Tutto questo per dire che stare giusto su una moto non è una cosa scontata. Ne vedo parecchi di biker seduti "strani" su moto troppo lunghe o troppo basse, o troppo pesanti.  Lo vedi subito che qualcosa non va,  lo avete notato? Sembrano passeggeri piuttosto che piloti.
E io non ho voglia di parlare di cose  passeggere. Anche la gamma 2013 sarà passeggera.
Avrete notato come certi modelli stanno sul mercato uno due anni e poi spariscono. Una volta non succedeva, i modelli erano pochi e tutti tremendamente pensati e cazzuti.
La cosa mi puzza parecchio. Vuoi vedere che anche in casa harley sono un po' confusi ultimamente? Non sarà meglio aspettare un pochino prima di fare una nuova scelta definitiva?

Intanto resto in attesa di vedere un modello con meno fili in giro, con meno sezione e più carattere, meno tagliandi e più manutenzione personale. C' è differenza tra una moto e un ascensore. Il mio amico Ciro deve averlo capito.
E come sta facendo lui, lentamente e faticosamente, mi aspetto di vedervi finalmente fare delle scelte, qualunque esse siano.
Dobbiamo lavorare sul ferro perchè diventi nostro veramente. Non so cosa dovete fare, ma è meglio cominciare a fare. Prima di tutto cercate di capire se dovete cambiare moto o se la base vi sta veramente bene.
Non è questione di carburatore o di iniezione. La faccenda è molto più profonda. Ho paura che dovrete sfogliare sempre meno i cataloghi e trafficare con gli attrezzi sempre più.
E smettetela di farvi consigliare, e di subire i fascinamenti provvisori. Formatevi la vostra idea, mettetela in pratica, cominciando anche dalle piccole cose. Servirà solo a voi, sebbene gli altri vorranno commentare.



Cominciate dalla sella, per esempio. Non vi piace? Non vi piacciono quelle che si vedono in giro? Bene, allora segatela, usatela come base per arrivare a quello che volete.
Mi direte che è quella originale, che è un peccato rovinarla. Che costa un botto, e che c'è su
il nome del modello. E chi se ne frega.




Un controllo della forma.
 
Io le sego tutte le selle originali, senza pietà, sono tutte irragionevolmente brutte. Cazzo lo fanno apposta, così è sicuro che viene voglia di cambiarle. E infatti hanno pronte tutte le versioni belle, basse , filanti, sagomate, marchiate, e sicuramente costose.
Invece vi costerà solo un po' di sudore farvene una su misura per voi. E vi svincolerete da qualsiasi pre concetto. Perchè dovrete anche improvvisare, ragionare per conto vostro, sulla materia e sulla forma. Io taglio un po' e un po' verifico. Ci metto su la pelle originale per verificare il risultato (vedi foto), che poi sostituirò, ma se volete potete recuperare anche quella. Vi avevo detto che sarebbe arrivato il momento di cucire? Farete come il cow boy di "Winchester"? Cucita a mano, come una volta? Occhio però, le cuciture storte e le grinze si vedono un sacco. Io uso una macchina da cucire semiprofessionale, aghi e filo robusti.
Dovrete trafficare un pò prima di trovare soddisfazione.  

Stasera ci mettiamo sul rivestimento seriamente. Si tratta di recuperare esattamente lo sviluppo del tessuto, per ottenere una copertura che abbraccia bene la gomma. Ci ho messo un pò per capire come fare bene questa parte del lavoro (importantissima). E sono passato anche io per situazioni in cui speravo di recuperare un tessuto faticosamente cucito, tirando
allo spasimo, un po' di quà, un po' di là. Su internet trovate una marea di consigli per fare un lavoro così, così. Ma se siete ambiziosi è volete una sella fatta bene dovrete faticare parecchio. Prima di smontare tutto guardatevi come le  aziende fissano il tessuto. Va su da solo, senza tirare da nessuna parte. Dovete arrivare a questo, e non è facile, a meno che si decida di realizzare una di quelle lingue ultrapiatte che si vendono di questi tempi. C'è ne in giro un sacco, ma solo perchè facile produrle, e la gente sembra apprezzare. Ma dopo i primi 100 km hai il sedere massacrato. Fate pure. A me dello stile puro e scomodo menefregaunazzo! 

Dicevamo che recuperare le sagome direttamente dalla gomma che avete segato è un lavoro da fare con calma. Utilizzate scotch di carta e la pellicola trasparente per conservare i cibi. Ricoprite tutta la gomma per bene e segnate i "teorici", ovvero le curve dove passeranno le cuciture. Non fate l'errore di quelli che lavorano nei centro stile coreani, che raggiano e raggiano alla ricerca della forma più brutta. I teorici sono tutto, senza di quelli non esiste la forma, manca la linea che ti fa percepire il volume. Usate istinto e proporzione, oppure no.
Siate liberi, seguite le vostre idee.


La scansione delle dime per il taglio laser.

Una volta in possesso delle dime ben tagliate scansionatele e recuperate il contorno vettoriale. Io mi sono portato a casa un laser e quindi taglio tutto con quello. Ma anche delle forbici vanno bene. E poi siate furbi, un sellino è un oggetto simmetrico, recuperate le curve di un lato e tagliate le altre in modo speculare. Farete un lavoro più preciso.


Il vecchio tessuto messo su alla buona per una verifica.

Prima di lanciarvi nella cucitura definitiva, fate una prova con un pezzo di tessuto imbastito alla buona. Mettetelo su ed eventualmente fate quelle correzioni necessarie per ottenere una copertura più precisa.
Adesso potete scegliere il tessuto definitivo. Io ne ho provati parecchi. Deve essere buono,
sufficientemente spesso, elastico e resistente, altrimenti le cuciture tagliano il tessuto. E deve essere idrorepellente, quindi niente mucca, cavallino o peluche. La pelle sintetica è la migliore, perciò giratevi i negozi di tessuti, o acquistate su internet se siete sicuri del prodotto (meglio però toccare con mano però). E perchè no, sperimentate, riciclate, recuperate quello che vi pare. Io faccio a pezzi borse militari, divani, teloni, recuperando inedite porzioni di tessuto.



Ancora una verifica prima di fissare il tessuto.
 
Birgit ha scelto un tessuto invecchiato scuro e lucente  ma forse un po' sottile. In questo caso con un layer di neoprene da 3 mm ben incollato si raccordano le superfici dell'imbottitura e il rivestimento sottile si appoggia bene senza rivelare gli eventuali piccoli bozzi della gommapiuma. Il vantaggio di lavorare con un file ci permette di ottenere rapidamente una,cento, mille coperture, e intervenire puntualmente solo dove serve. Non dimenticate di avvolgere il fagotto con la pellicola isolante. Usate quella originale, che è elastica e robusta o alla peggio la pellicola per isolare il pollo.



Il fissaggio del tessuto.
  
Per fissare il tessuto usate punti metallici. Procedete con calma tirando i lembi in maniera simmetrica verificando che i punti metallici non sporgano in quei punti in cui si può graffiare il  parafango. Non è detto che vada tutto liscio al primo giro. Se vi sembra che tira troppo o che è lenta da un lato togliete i punti rimetteteli meglio. Alla fine dovrete ottenere un tessuto teso e filante. Le cuciture sono importanti, occorre fare pratica e capire in che ordine eseguirle. Scoprirete col tempo tutta una serie di accorgimenti per andare "dritti sulle curve" e fare tante belle righe rosse e parallele e ordinate. 


Un dettaglio dle lavoro.
 
Ecco il lavoro finito. Avevo dei dubbi sulla "tenuta" di questo tessuto ma ho dovuto ricredermi.
Le righe in rosso disegnano bene la forma ma ci vuole il tocco (di Birgit) per farle così.
Alla fine tutto fila più basso più snello e più cattivo, come volevamo, e anche un pò di più. E se il risultato convince tutti, siamo già impostati per la produzionein piccola serie. Siete avvisati.



La sella finita.


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