venerdì 29 giugno 2012

IL PRIMO POST


L'ho o scritto almeno tre volte questo post, questo primo, e avrei voluto farvelo leggere così come era oggi pomeriggio. Mi piaceva e e anche le immagini non erano male. Peccato che ho cancellato tutto, anche le bozze. Cinque ore di lavoro cancellate con un click. Mi viene da pensare a tutte le prove fatte per far coincidere la cucitura col bordo del neoprene. Era di questo che parlava il blog, degli ultimi 250 km fatti per provare la nuova imbottitura, tre layer di neoprene ecc.

Adesso sono stanco e affranto. C'era stato anche spazio per spiegare (male) l'idea di questo blog, perché ero arrivato al blog, e per quale motivo. E c'era anche una sorta di dichiarazione di intenti, uno schieramento e un avvertimento. Tutte cose che non posso riscrivere in quel modo. Perché le parole solo traditrici. Appena vengono fuori il senso è già cambiato. E mi pare sia giusto che anche questo ultimo (adesso primo) post sia spontaneo, perché se le parole sono spontanee passa il senso. Ed io ho delle cose da raccontare, e voglio raccontarle bene.

Prima di tutto perché questo posto. In verità ero stufo di pensarci e ripensarci e a un certo punto dovevo tirarlo fuori. Perché tutto parte da qui, e qui si scrive la storia di un'idea che a un certo punto era cosi grande forte che non si poteva più ignorare.

Allora mi sono deciso, sono saltato su questo rombante magico tappeto e sono arrivato qua, nel mezzo di un lavoro, uno dei tanti che affronteremo. Ma non ci sono arrivato da solo.
Mi ci hanno portato i miei amici e compagni di viaggio, con le loro storie e i loro suggerimenti, e le loro lamentele. Ed è tutta gente che gratta l'asfalto col culo a una spanna da terra.(forse Ciro viaggia un pelino più su ma rimedieremo).  Perché è di queste cose che voglio parlare, che passano prima per lo stomaco e poi per la testa. E sono idee di gente che ha fatto una scelta precisa precisa, non me ne frega  se è buona o cattiva, ma ha scelto quella forma, quel rumore, quel modo di andare, quell'idea di viaggiare.


Io ho rispetto per tutta la fauna motociclistica, ma in questo posto non c'è spazio per quelli che hanno scelto unabellagussi, o la kavagussi, o la suzussi. ecc. Rispetto a queste scelte io non ho argomenti. E questo è l'unico limite che pongo. Per il resto vi invito tutti a dire quello che vi pare, a patto che sia la qualità  a dire l'ultima parola su ogni cosa. 
Se quindi è tutto chiaro trovatevi un posto e tenetevi forte che partiamo. Cominciamo da questo pezzo di tessuto, cucito di corsa, giusto per fare i primi 250 km, sotto un cielo metallico tra Bergamo e Brescia. 



Vedremo insieme cosa si può fare per montare una sella comoda e filante per il nostro ferro senza toccare nemmeno un catalogo.    
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